
L’Associazione Nazionale Archeologi e la Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia lanciano l’allarme sulle anomalie della “Selezione pubblica per il reclutamento di 1956 unità di personale non dirigenziale etc…” pubblicato il G.U. n. 28 del 08/04/2022.
In merito alla “Selezione pubblica per il reclutamento di 1956 unità di personale non dirigenziale etc…” pubblicato il G.U. n. 28 del 08/04/2022, l’Associazione Nazionale Archeologi e la Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia dichiarano quanto segue.
In un contesto come quello post-pandemico, caratterizzato da una ferma volontà politica di procedere a un rinnovamento profondo del sistema delle strutture e delle infrastrutture del nostro Paese, avvertiamo chiaramente l’esigenza di rinforzare le strutture amministrative pubbliche per garantire il necessario sviluppo, anche economico, alla Nazione. Siamo quindi favorevoli all’assunzione di nuovo personale nella pubblica amministrazione, in particolare per rinforzare gli sguarniti organici degli uffici del Ministero della Cultura, soprattutto con riguardo alle Soprintendenze territoriali.
Evidenziamo tuttavia come la soluzione del contratto a “tempo determinato” per le figure previste, seppur pienamente compatibile con le immediate esigenze, non risolva il problema sul lungo periodo. Si decide insomma di rimandare ad un altro momento l’inevitabile confronto con un problema strutturale, che non potrà certo risolversi continuando a selezionare solo personale a tempo determinato e introducendo stagisti e tirocinanti. Servono concorsi ordinari, a cadenza regolare, possibilmente annuale, come avviene in altri paesi europei, anche per garantire un continuo turn over.
L’ANA e la FCdA sostengono congiuntamente che per un sano ecosistema professionale del mondo dell’archeologia, composto da chi si occupa di ricerca e formazione (Università), chi esercita le funzioni di controllo nella tutela (MiC) e chi la tutela la svolge in prima persona (professionisti privati), tutte le parti debbano essere messe nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie competenze.
“Le carenze strutturali negli organici degli uffici periferici del MIC sono deleterie per tutto il settore” afferma Alessandro Garrisi, Presidente Nazionale ANA, che prosegue: “in quanto non solo sovraccaricano di lavoro i funzionari in servizio, rallentando tutta la macchina burocratica del Paese, ma rendono anche molto difficile il lavoro dei professionisti (ugualmente sovraccaricati) e le attività di formazione e ricerca, procurando inoltre disagi ai privati cittadini che si interfacciano con le soprintendenze: si allungano i tempi delle risposte e dei pareri, si dilatano i tempi di realizzazione delle opere, si comprimono gli spazi di relazione professionale tra il comparto pubblico e quello privato”.
Per questo motivo chiediamo che quanto prima vengano avviate nuove procedure di selezione per l’assunzione di un adeguato numero di unità di personale di livello non dirigenziale a tempo indeterminato e che si ponga fine ai concorsi banditi con lunghi intervalli di anni.
In considerazione dell’elevatissimo numero di archeologi adeguatamente formati e qualificati presenti in Italia, riteniamo inoltre discriminatorio e irragionevole fornire corsie preferenziali a figure di ex stagisti e tirocinanti, come si propone di fare l’attuale procedura di selezione di cui in oggetto invocando l’art. 50-ter del D.L. 25 maggio 2021, n. 73, che autorizza a far accedere alle procedure selettive prioritariamente i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell'ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura e altri ministeri.
“La qualità della formazione scientifica e professionale è garanzia di qualità in ogni ambito del patrimonio culturale, dalla ricerca alla tutela e alla valorizzazione” dichiara Giuliano Volpe, Presidente della Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia, che prosegue: “È grave abbassare l'asticella dei titoli per funzionari che devono svolgere ruoli delicati. Mentre il PNRR stanzia ben 600 borse di dottorato di ricerca nel campo del patrimonio culturale e le Università sono impegnate nel qualificare ulteriormente le Scuole di Specializzazione, non si può tornare indietro anche rispetto ai parametri fissati dallo stesso MiC nel suo ultimo concorso ordinario del 2016”.
La difformità normativa potrebbe portare a dei veri abomini giuridici, per cui un funzionario archeologo assunto con la procedura indicata, non in possesso dei requisiti richiesti normalmente ai funzionari archeologi, si trovi nella posizione di direzione scientifica dovendo dare indicazioni che la legge gli impedirebbe di dare proprio in quanto non in possesso dei previsti requisiti formativi ed esperienziali. Risulta un inaccettabile affronto al mondo dell’università e delle professioni e soprattutto a larghe fasce di archeologi dotati di diploma di specializzazione e/o di dottorato e/o di master di secondo livello, l’abbassamento dell’asticella della qualità e delle competenze. L’immissione di personale qualificato nell’ultimo concorso del 2016 ha portato enormi benefici all’attività di tutela e valorizzazione: non si può tornare indietro!
Per tutto quanto sopra detto, si chiede l’immediata revisione del bando di selezione di cui in oggetto:
1) Modificando gli articoli 1 e 2 del bando, eliminando la corsia preferenziale concessa agli ex tirocinanti nell’accesso alle selezioni per i posti a bando, che in ogni caso può essere “prioritaria” ma non “esclusiva”, e comunque limitando la scelta delle destinazioni possibili da parte degli ex tirocinanti unicamente alle regioni “Calabria, Campania, Puglia e Sicilia” come previsto dall’art. 50-ter del D.L. 25 maggio 2021 n. 73, richiamato nel medesimo articolo del bando.
2) Modificando l’articolo 2 del bando, introducendo i requisiti previsti nel precedente concorso MiBACT per i funzionari e dall’art. 9-bis del Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. 42-2004) come indicati nel DM 244/2019 – Allegato 2.
➡️QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE INVIATO AGLI ORGANI COMPETENTI DEL MINISTERO⬅️