Il 3 febbraio a Palermo si è tenuta un’audizione della V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell'Assemblea Regionale Siciliana per recepire nuove osservazioni in merito ai decreti della cosiddetta “Carta di Catania”.
La Carta ha l’obiettivo di regolare la concessione d'uso ai privati di opere del patrimonio in giacenza nei depositi e magazzini di istituzioni museali e parchi archeologici. Tale pratica è già normata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ma la Carta di Catania aggiunge una serie di dettagli pratici che, soprattutto con il decreto delle linee guida, chiariscono anche alcune modalità applicative.
L'ANA ha particolarmente apprezzato due interventi: quello del prof. Aurelio Burgio (Coordinatore dei CdL in Archeologia dell’Università di Palermo) che ha sottolineato come le modalità di coinvolgimento degli studenti universitari, in qualità di tirocinanti, debbano essere attentamente seguite da personale qualificato, aggiungendo inoltre che anche i volontari delle associazioni culturali debbano possedere i requisiti formativi minimi previsti dalla normativa vigente; e l'intervento del prof. Sergio Foà, che ha fornito convincenti spunti per una migliore precisazione in merito all’utilizzo degli istituti giuridici menzionati nel decreto, in particolare quelli relativi alla concessione in uso, piuttosto che concessione del servizio, e alla concessione, rispetto al prestito.
“Abbiamo accolto positivamente la pubblicazione del secondo decreto (D.A. 78), contenente le linee guida relative al precedente, perché risolve la maggior parte delle criticità riscontrate nel D.A. 74”, dichiara Marco Correra, Presidente ANA Sicilia. “Attenzione però nell’utilizzo di tirocinanti e volontari: questi devono essere impiegati unicamente in ausilio ai catalogatori professionisti esperti, rispetto ai quali dovranno essere in numero decisamente inferiore”.
Molte le voci intervenute nell’audizione odierna, alcune più critiche e altre più costruttive. “L’interlocuzione della politica con le associazioni di categoria è sempre positiva” afferma Alessandro Garrisi, Presidente Nazionale ANA. “La possibilità di intervenire con dei suggerimenti, proponendo modifiche che rendano il desiderio del legislatore compatibile con le esigenze del mondo professionale, è il modo migliore per realizzare una concreta unità di intenti tra politica e società civile. Nei mesi scorsi l’Associazione Nazionale Archeologi ha presentato una serie di costruttive critiche e riflessioni sulla Carta di Catania, molte delle quali sono state correttamente recepite nelle linee guida. Resta da risolvere il nodo dell’utilizzo di professionisti nelle delicate operazioni di catalogazione del patrimonio: su questo accogliamo con soddisfazione le promesse dell’Assessore Samonà di intervenire per sostenere con maggior chiarezza il coinvolgimento di figure professionali competenti ai sensi dell’art. 9-bis del Codice dei Beni Culturali”.